Un po' visionaria, un po' jazzista. La macchina fotografica è il mio pennello; dipingo il mondo con tratto istintivo, attimi di scatti che vogliono catturare emozioni, pensieri, vite. Non penso molto; ma immagino, sogno e "vedo", quando fotografo.
Mi fido del cuore. In ogni scatto c'è un po' di me, della mia vita, della mia essenza. Sentimenti, paure, dubbi, ma anche sogni, certezze, emozioni, desideri. Ci sono io. Ogni scatto è me.
Ho trovato in questo mezzo un modo per "uscire" nel mondo, per esprimermi. Raccontare e dipingere. Colore e non colore, musica e slienzio, corpo e anima. Questa sono io.
Avevo perso tempo, troppo tempo, avevo perso l'amore, non solo il suo verso me, ma il mio; quello che avrei voluto donarle e che invece è rimasto sempre intrappolato nel cuore, stretto tra rancore e tormento.
La luce intensa e fredda allo stesso tempo, che filtrava attraverso i suoi occhi, raccontava di un universo interiore sofferto, complicato, taciuto, dimenticato. Scrigno di segreti e ossessioni, ricordi dolorosi e incubi, voci e visioni, tormento e solitudine.
La vedo chiusa in una scatola di cartone, raccolta in sé stessa, racchiusa nel suo essere, rivolta sempre verso l'interno, forse verso l'inferno. La solitudine di un pensiero mai espresso, mai compreso, mai nato.
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